Lo Specchio

Sanita’... la lunga attesa

Tic..tac...tic...tac...
Lo scandire del tempo per chi, malato, soffre ed ha bisogno di cure mediche, puo’ anche rimbombare come il suono di una campana a morto....
Il paragone e’ forte, ma cosi’ e’ per tanti Canades,i quelli in attesa di un esa-me diagnostico, di un trat-tamento sanitario, di un intervento chirurgico, o, come uno dei tanti Darcy Doherty morto in attesa di una medicina, speri-mentale e quindi non co-perta dal piano sanitario pubblico: per loro il tem-po che passa e’ una spe-ranza di vita che svanisce.
La piaga delle lunghe, troppo lunghe, attese, fa del Canada uno dei paesi dove e’ meglio non essere, che che dicano i politici di questo o quel colore, di questa o quella provincia.
Secondo i dati rilasciati all’inizio di quest’anno dall’osservatorio dell’Isti-tuto Fraser, si rileva che il periodo d’attesa che in-tercorre tra la visita del medico di famiglia ed i trattamenti specialistici ed interventi chirurgici ne-cessari per il benessere del paziente si e’ allungato an-cora di piu’, raggiungendo i massimi storici da quan-do l’istituto Fraser ne ha registrato il trend.

La sempre piu’ lunga attesa
L’attesa nel 2011 e’ stata in genere di 19.0 settima ne, piu’ alta dell’anno pre-cedente- quando il dato era di 18.2 settimane- e del 104 percento superiore ri-spetto al 1993 quando era di 9.3 settimane.
Il rapporto Fraser mette in evidenza che questi dati possono sembrare diversi da quelli considerati e ri-portati dalle varie pro-vincie (facilmente reperi-bili sulle tabelle che in-dicano il lasso di tempo che intercorre tra la visita specialistica e l’intervento chirurgico); cio’ e’ dovuto al fatto che non e’ con-siderato - nella tabulazio-ne dei dati provinciali - anche il tempo (circa 9.5 settimane, secondo quanto affermano i medici di fa-miglia) che ci vuole per avere la visita speciali-stica.
Un periodo troppo lungo e che gli stessi medici ge-nerici indicano come ir-ragionevole.
“Physicians often feel that Canadians are routinely
forced to endure delays that are longer than what they believe is clinically reasonable.” si legge in un estratto del rapporto, che fa anche notare come i pazienti vorrebbero che i tempi di intervento chirur-gico fossero piu’ accelerati - (“physicians believe that, on average, over half (52.8%) ofpatients would have their surgeries within a week if operating rooms were available:.)

Perche’ tanto tempo?
La risposta a questo que-sito ogni paziente che pur-troppo ha dovuto, o sta subendo tale situazione puo’ darla a suo modo, spesso con indignazione e sicuramente con tanta fru-strazione - ed a buon ragione.
Una analisi “scientifica” dell’osservatorio del Fra-ser Institute ci dice che ci sono diversi fattori con-tingenti che costringono i Canadesi che hanno bi-sogno di interventi chirur-gici a tali lunghe attese.
Secondo gli studi le sale operatorie sono sistema-ticamente non usate ab-bastanza (underused);
I letti d’ospedale sono inappropriatamente oc-cupati da pazienti che rientrano in livelli di assi-stenza diversi (indicati come Alternative-level-of care) e che il numero dei medici e’ insufficiente per far fronte alla reale ne-cessita’.
C’e’ poi, naturalmente, il problema di accedere agli esami diagnostici. Ed an-che qui le dolenti note delle lunghe attese.
Nel 2011 il paziente ha dovuto attendere in media circa 4.2 settimane per ef-fettuare un CT scan, 9.2 settimane per un MRI e 4.6 settimane per una risonanza (ultrasound).
Un’attesa troppo lunga e potenzial-mente pericolosa, se si considera che e’ proprio da tali esami che si determina l’ur-genza del caso.
Fanalino di coda
Il quadro “clinico” di questo aspetto della sanita’ in Canada, si aggrava ancora di piu’ quando si scopre che, se per gli esami dia-gnostici siamo tra il 16mo e 18mo posto nella clas-sifica di 28 paesi presi in considerazione, siamo ad-dirittura fanalino di coda o quasi in fatto di tempi del tabellino di marcia delle cure sanitarie.
“When compared to Australia, Germany, New Zealand, the Netherlands, the United Kingdom, and the United States, “Canada ranks last or next-to-last on almost all measures of timeliness of
care”.

I viaggi della salute
C’e’ poco da meravigliarsi quindi che i Canadesi fac-ciano le valigie e cerchino cure (diagnostiche, o in-teventi elettivi) fuori dai confini del Paese.
Nel 2011 i canadesi in viaggio per esser curati subito sono stati 46,169, ovvero l’un per cento dei pazienti.
“Physician responses to the Fraser Institute’s annual wait times survey also indicate that an estimated 1% (46,159) of Canadian patients recei-

ved medically necessary elective treatment in another country during
2010/2011. This suggests that Canadians who are unhappy with the long waits they face, or who are willing to pay out-of-pocket to access timely medical care, are already not waiting their turn” le amare conclusioni del quadro del rapporto Fraser Institute.
Ma ..., se tutti quelli che languono in lunga attesa, con quel tic...tac... che minaccia come una spada di damocle, potessero per-mettersi la spesa quanti sarebbero in viaggio per la salute?
A voi la risposta.
Tozzi

20 luglio 2012