Lo Specchio

La perdita al Casino’...
“un’ esenzione fiscale”?

Fino ad oggi, tutti gli han-no dato torto: Revenue Ca-nada, la Corte d’appello Fiscale ed il Tribunale Fe-derale gli hanno detto che perdite al gioco d’azzardo non possono essere consi-derate perdite di un’atti-vita’ commerciale e quindi detraibili dalle imposte sul “reddito” dell’attivita’ma Giuseppe Tarascio non si da’ per vinto ed ha deciso, se riesce a trovare un avvo-cato che lo rappresenti, di giocarsi la sua battaglia dinanzi alla Corte Supre-ma.
Tarascio di giorno lavora come tecnico della Bell e la sera gioca d’azzardo; pri-ma era l’ippica ad attirare la sua attenzione, ora sono i casino’. Dal 1999 al 2001 ha dichiarato al fisco per-dite per scommesse di gio-co d’azzardo per un totale di oltre $185mila. E non vi sono stati problemi.
Nel biennio 2002-03, Tara-scio ha dichiarato invece come “spese commerciali” le sue perdite al gioco di respittivamente $68.950 e $87mila applicandole con-tro “le entrate commer-ciali” cioe’ le sue vincite di $28mila e $31.700; il netto di $40.950 per il 2002 e di $31.000 per il 2003, Tara-scio lo ha dichiarato al fi-sco come “perdita dell’atti-vita’ commerciale” e quin-di soggetta alle esenzioni fiscali del caso.
Revenue Canada ha re-spinto queste sue interpre-tazioni “commerciali” del suo vizio che, per le auto-rita’ rimane un hobby per-sonale.
“Ma io gioco per vincere e quindi e’ una mia attivita commerciale per fare sol-di,” spiega Tarascio. Ma, fino ad oggi, neanche i giu-dici dei vari tribunali, di-nanzi ai quali si e’ sempre presentato senza avvocati, hanno accettato mai la sua logica.
Questi hanno evidenziato che Tarascio non e’ un esperto del settore, non segue prassi commerciali, non protegge ragionevol-mente i suoi “investi-menti”, non mantiene una contabilita’ commerciale ed il gioco non e’ il suo “lavoro”.
Quindi, chi perde ... paga.
Anche le tasse!

 

10 febbraio 2012