Lo Specchio

Malasanita’:tra pacemakers in Italia
e farmaci in Canada

Malasanità non significa solo ritrovarsi un tampone in pancia dopo un'ope-razione chirurgica, o re-stare sotto i ferri a seguito di una "semplice" aspor-tazione dell'appendice. Malasanità vuol dire an-che morire per mancati controlli sulla sommini-strazione di farmaci in-compatibili tra loro - quello che è successo recentemente in British Columbia -, o addirittura la totale assenza di un laboratorio all'Istituto Superiore della Sanità che certifichi la sicurezza di pacemaker e defibrillatori, come riportato in un "incredibile" servizio tele-visivo della trasmissione "Report" a Roma.
Un parallelo, quello tra Italia e Canada, un po' forzato se si vuole. Ma fino a un certo punto, dato che in tutti i casi c'è un grave danno ai pazienti in questione, e in qualche situazione ci è pure scap-pato il morto... come è successo in British Co-lumbia alla signora He-lena Lambert, finita al Creatore nel 2012 per un cocktail letale di farmaci.
La cosa più spaventosa è che gli effetti fatali dei medicinali non sono stati rilevati dal dottore che li ha prescritti, da due far-macisti che li hanno pre-parati per la signora e da un sistema informatico co-struito apposta per mettere in preallarme gli operatori, in questo caso la farmacia.
Peggio, le "bandierine rosse" sarebbero state ignorate dai farmacisti, che avrebbero deciso di abbassare il grado di ri-velazione del pericolo nel sistema, così da avere me-no "grattacapi" per in-compatibilità dei medi-cinali.
Chi controlla?
Helena Lambert, 76 anni di Creston, era sana e svolgeva una vita attiva per la sua età, fino a quan-do le è stato prescritto allopurinolo per trattare la gotta. L'anziana stava già assumendo mercaptopu-rina, un immunosoppres-sore, per la colite. Sei mesi dopo aver iniziato il nuovo trattamento, le è spuntata una vescica sul piede. Così il figlio Ernie ha portato la madre al Creston Valley Hospital, dove i medici hanno appurato che il cocktail di farmaci stava bloccando il sistema im-munitario della donna.
"I dottori erano costernati tanto quanto me, dato che è risaputo l'effetto della combinazione dei due me-dicinali", ha affermato il figlio. Ernie ha aggiunto che la donna è morta dopo aver sofferto terribilmen-te, data la grave infezione e problemi respiratori.
Un medico legale della British Columbia ha con-fermato che il decesso dell'anziana è stato dovuto dagli effetti dei farmaci. I
l medico che ha prescritto il cocktail mortale, Le Roux, ha detto di fare affidamento sui farmacisti per capire se ci possono essere problemi. Ma la cosa più allarmante è la lettera che Le Roux ha scritto al College of Physicians and Surgeons of B.C.: "La comunità dei farmacisti mi ha informato che - dal momento in cui ci sono troppe potenziali combinazioni di medi-cinali a rischio - devono abbassare il grado di ri-velazione del pericolo nel sistema".
L'errore fatale è "costato" a Le Roux di seguire un corso di una giornata, mentre i due farmacisti sono stati sospesi dalla professione per 30 giorni.
Pene che appaiono dav-vero lievi per il danno procurato.
Cosa succederà invece all'Istituto Superiore della Sanità a Roma, il cui la-boratorio per la certifi-cazione dei pacemaker sarebbe in stato di abban-dono con macchinari rotti, vecchi e inutilizzati?
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda: si indaga sul-l'ipotesi di reato di falso, per il momento a carico di ignoti, per i certificati di idoneità rilasciati dall'Iss per pacemaker dati per controllati quando questo non sarebbe avvenuto, come denunciato dal reportage televisivo di Report andato in onda sulla Rai.
Accanto all'accertamento avviato dalla magistratura romana, va registrata anche l'indagine ammi-nistrativa urgente disposta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin per de-terminare l'effettivo svol-gimento dei fatti, il ri-spetto delle procedure di legge ed eventuali respon-sabilità.

10 ottobre 2014