Lo Specchio

mobilitazione contro la chiusura
dei programmi di rai international

Si tratta. A Roma e nell’Italia fuori dell’Italia, riunioni, incontri, comunicati, appelli, discussioni: il futuro di Rai Italia e della produzione specifica dedicata agli italiani residenti all’estero, rimane avvolto nell’incer-tezza tra i drastici tagli im-posti dal governo e l’azio-ne di protesta che tutta l’Italia residente all’estero ha intrapreso per convin-cere i politici a fare marcia indietro.
In Canada, come in tutte le collettivita’ italiane nel mondo, la mobilitazione contro lo snaturamento di Rai Italia e’ capillare: rap-presentanze istituzionali, organismi comunitari lo-cali, associazioni culturali ed imprenditoriali, sem-plici “italiani residenti al-l’estero” uniti in un impe-gno comune: difendere la programmazione originale di Rai Italia ribadendo l’importanza del suo ruolo specifico nella dinamicita’ del complesso e sempre vivo dialogo Italia-cittadini italiani all’estero.
Nella nostra collettivita’ italocanadese, in prima fila alla guida della protesta i Comites insieme al Con-gresso degli Italo-Canadesi ed il Cgie.
Compatti, questi organismi hanno firmato un dettaglia-to documento di protesta per i tagli e di difesa della pro-grammazione di Rai Italia dedicata specificatamente alle collettivita’ all’estero, che e’ quella a rischio di completa abolizione.
Nella sua integrita’, il documento e’ pubblicato a parte.
Allo stesso momento, que-sti organismi hanno lanciato una campagna a sostegno della loro azione di protesta, con l’invio generale di un messaggio via posta elet-tronica che permette il coin-volgimento diretto del cit-tadino nell’opera di per-suasione delle autorita’ a re-scindere i tagli e nella azio-ne di sostegno Rai Italia .
Il messaggio,”Contro la chiusura dei programmi”, inviato a tutti gli indirizzi di posta elettronica a loro di-sposizione, permette a chi lo riceve ’ di espanderne la distribuzione attraverso l’ invio dello stesso ai propri contatti di posta elettronica. Inoltre, cliccando su una apposita icona si potra’ in-viare una e-mail di protesta direttamente alle parti coinvolte nel processo decisionale sui tagli. Nella Gta, l’intera collettivita’ italiana si sente im-
pegnata e direttamente coinvolta nel di-battito sui tagli, nel futuro di Rai Italia e nell’azione di protesta.
Da Woodbridge a Brampton, a Toronto, si elevano le proteste degli italocanadesi.
Abbiamo raccolto questi sentimenti di rabbia, di rassegnazione, di critica , di esasperazione, in interviste con anziani, professionisti, donne, pensionati.
Presentiamo quelle piu’ significative che, nel loro insieme, esprimono idee e pen-sieri comuni e presenti nei commenti delle decine di persone che abbiamo in-contrato in supermercati, clubs e negozi.
Al Circolo degli Anziani “West Wood-bridge”, le partite a carte si giocano con intensita’ assoluta; nell’apprezzamento della giocata astuta, nelle polemiche (sempre nel gusto dell’amicizia), del-l’errore clamoroso che fa vincere la “mano” agli avversari...
Ma, basta menzionare Rai Italia che l’attenzione scatta, sfoga in dimostranze altrettanto intense.
“I tagli a Rai Italia sono una vergogna,” dicono all’unisono gli anziani, tenendo ben salde le carte in mano.
“E’ tutta colpa del governo Berlusconi,” afferma deciso Enrico Rugo. “I tagli sono stati decisi dal Cavaliere e non dal nuovo governo Monti.”

“Ricordo quando si doveva lanciare Rai International, allora tutti i politici erano interessati a noi,” osserva Pasquale Sinaguglio. “Allora tutti volevano le nostre firme e promettevano mari e monti; adesso invece non importa loro niente e tagliano e via senza rispettare le nostre necessita’.”
“Credo che quasi tutti i pensionati siano abbonati a Rai Italia. I tagli sono in-giusti,” dice Rocco Commisso, “Spero che si possa fare qualcosa per salvare e mantenere tutti i programmi che abbiamo adesso.”
“Siamo anche disposti a pagare un canone piu’ alto!” afferma Rugo. “Que-sta e’ un’idea sua, di Enrico” risponde scherzosamente (?) Sinaguglio. “Si dovrebbe vedere cosa ne pensa la comunita’ tutta....”
“Speriamo che l’intervento del Comites serva a qualcosa,” aggiunge Rugo.
“Anche perche’ non credo che sia soltanto la programmazione specifica per noi italiani all’estero che sara’ eliminata. Sono convinto che perderemo tanti altri programmi speciali e dirette per le quali si devono acquistare diritti di tra-smissione satellitare all’estero.”
Uscendo dal Circolo, nel parcheggio del centro comunitario dedicato a Fr. Ermanno Bulfon, il 71enne Alfonso M. “da Catanzaro” parla con rassegna- zione, “e’ la tipica presa in giro dell’Italia verso noi emigranti. Se avessero un po’ di ritegno non li avreb-bero neanche presi in considerazione questi tagli... Sono questi i grandi impegni che ci furono promes-si?”
All’ora di pranzo, all’Eaton Centre di Toronto, per lo shopping natalizio, la signora Nadia Baldazzi e’ “gia’ arrabbiata con Rai Italia. E’ mai possibile che non riescano mai a rispettare i tempi di program-mazione? Ma perche’ tutti i loro programmi, eccetto le partite di calcio in diretta, devono iniziare con perfino mezz’ora di ritardo, rispetto all’orario an-nunciato? E poi, come si fa a mettere in onda un pro-gramma importante che dura anche due ore, alle 21? E perche’ ogni sera dobbiamo avere tre telegiornali diversi nello spazio di alcune ore: un par condicio partitico di cui noi all’estero possiamo benissimo fare a meno. E’ tutto questo paternalismo volgare ed irritante che mi da fastidio ... forse se invece mo-strassero un po’ di rispetto in piu’, il nostro “legame” con Rai Italia sarebbe molto piu’ saldo e piu’ difficile da ignorare e tagliare.”
In un supermercato di Brampton, Eugenio Corsetti, “nato in provincia di Frosinone, cresciuto in Argen-tina e adesso pensionato in Canada”, ha appena ac-quistato un torrone ed un panettone... “L’Italia e le tue origini sono fisse nel cuore,” afferma il 75enne. “Ho lasciato il paese da bambino eppure il legame con le mie terre e’ sempre rimasto forte... Mi sento offeso dai tagli che i politici vogliono fare a Rai Italia. E’ un insulto personale, diretto ad ogni italiano che ha dovuto lasciare il proprio paese.”
“Programmi come ‘Italia chiama Italia’ sono im-portanti perche’ affermano la nostra realta’ nel mondo. Ci rende partecipi ed uniti in una famiglia ita-liana che vive in una casa senza muri... Io ho ancora parenti in Argentina e con questi programmi Rai Ita-lia mi tiene informato sulla comunita’ in Sud Ame-rica. Abbiamo bisogno di questi legami che Rai Ita-lia ci porta in casa, perche’ abbiamo sempre bisogno di conferme della forza economica, politica e cul-turale degli italiani nel mondo. Peccato che gli unici che non lo capiscano sembrano essere proprio i poli-tici in Italia...”

 

16 dicembre 2011