McGuinty fa il ‘duro’
Rifiuta incontrocon Hudak e Horwath
Il Premier McGuinty fa “il duro” e respinge la propo-sta
di un incontro di lavoro con l’Opposizione, avanzata da Horwath
dell’Ndp.
“Ci vediamo alla Camera, dove l’Opposizione potra’
offrire le proprie idee” la secca risposta del leader liberale
che ha pero’ gia’ incontrato il “Lt. Gover-nor”
dell’Ontario David Onley per informarlo del-la sua disponibilita’
a ri-manere Premier e formare il prossimo governo pro-vinciale.
Governo che, per la prima volta dal 1985, sara’ di minoranza:
i dati finali del voto del 6 ottobre indi-cano 53 seggi ai liberali,
uno sotto
la maggioranza assoluta, con una perdita di 17 seggi rispetto alla precedente
le-gislatura. I conservatori hanno guada-gnato 12 seggi e sono saliti
a 37 mentre l’Ndp e’ passato da 10 a 17 seggi.
L’elezione del nuovo presidente della Camera potrebbe poi avere
dei riflessi sui voti a disposizione della maggioranza relativa dei
lierali.
McGuinty puo’ fare il duro quan-to vuole ma per tutti e tre i
partiti il risultato elettorale significa un costante gioco di prestigio
per mantenere in vita questo governo di minoranza liberale.
La Horwath aveva inviato una lettera al Premier, sollecitando “un
incontro a tre per esaminare come meglio lavorare insieme.” In
questo momento, i cittadini “sono preoccupati per il loro benessere
e non vogliono politici in guerra tra di loro per interessi propri,”
ha detto il leader Ndp.
McGuinty al momento non pensa a future collaborazioni. Egli si deve
preoccupare di ben altro: la formazione del nuovo Gabinetto e della
data della riapertura del Parlamento.
Ed anche il leader conservatore Tim Hudak e’ al momento in altre
faccende affaccendato: aspre po-lemiche gia’ si stanno sprigio-nando
in seno al partito sul risultato elettorale e lo sperpero di 20 punti
di vantaggio nei sondaggi d’opinione fino a pochi mesi dalle elezioni.
Alcuni dirigenti dell’ufficio di Hudak hanno gia’ lasciato
l’incarico ed il partito e’ nel mezzo di “una profonda
ristruttu-razione politica”. Rimane da vedere se alla fine di
questo processo, Hudak sara’ ancora saldamente alla guida del
partito. Le critiche sono ancora ufficiose e tenute in stretto riserbo
ma, bastera’ probabil-mente un commento critico in pubblico di
uno dei “senatori” del partito per aprire una crisi di difficile
gestione per Hudak.
A Queen’s Park e’ iniziata un’interessante e complessa
partita ...“a scacchi”.