consolato di toronto...
al meglio, ma fino a quando?
Potrebbe quello di Toronto chiu-dere come lo scorso anno e’ avve-nuto
per il consolato di Edmonton che e’ stato ridmensionato a spor-tello
consolare dipendente dal consolato di Vancouver?
“Grazie” ai tagli apportati dal go-verno italiano il Consolato
di Toronto e sicuramente anche gli altri sparsi per il mondo, non ci
sarebbero fondi per arrivare a fine anno.
E’ quanto ipotizza l’on. Gino Buc-chino in una sua nota
nella quale porta ad esempio l’efficienza del Consolato italiano
di Toronto “gra-zie all’iniziativa del nuovo console generale,
Gianni Bardini” ma che conclude con un “...Cosicche’
c’e’ la quasi certezza che il prossimo inverno il Consolato
di Toronto dovra’ chiudere. Altra occasione persa per l’Italia
per mettersi al passo degli altri Paesi piu’ avanzati del nostro
in termini di una piu’ mo-derna ed efficiente presenza delle nostre
rappresentanze all’estero”.
Assente il console generale Bardini, il console aggiunto Veronica Fer-rucci
in un’intervista con Lo Spec-chio, ha dichiarato che “effetti-vamente
i nostri capitoli di bilancio per coprire le spese di funzio-namento
del Consolato Generale (acqua, luce, riscaldamento e altro) sono state
sensibilmente decurtati e non consentono di coprire l’intero anno.
Confidiamo tuttavia in una integrazione da parte del Ministero nel corso
dell’anno. Il Consolato Generale a Toronto e’ uno dei principali
al mondo e sta certamente a cuore dell’Amministrazione il suo
funzionamento”.
Per ora non resta che aspet-tare:vedremo!
Usare la logica
per diminuire le spese può aiutare
a ridurre i tagli: la svolta e l'esempio
del Consolato Generale di Toronto

Si parla tanto, e a ragione, di rendere più funzionali i Consolati,
ma, nello stesso tempo, e in palese contrad-dizione, si tagliano i fi-nanziamenti
ad essi de-stinati.
I tagli sono stati effettuati, si badi bene, ancora prima che il mondo
si accorgesse di essere precipitato (o di essersi autoprecipitato?)
in una crisi di dimensioni storiche. Comunque sia, la logica è
sempre la medi-cina più adatta, e questo vale specialmente in
pe-riodi di crisi.
Usare la logica è quanto sta facendo il Consolato Generale di
Toronto, in uno sforzo teso a ra-zionalizzare le proprie operazioni,
a partire dalla bonifica dell'anagrafe consolare e dall'anagrafe unica.
Si tratta di un problema sentito e, soprattutto, spe-rimentato nel corso
di due elezioni a distanza rav-vicinata.
Come ha fatto presente il Console Generale Gianni Bardini nel corso
di una mia visita, la bonifica dell'anagrafe consolare rappresenta "un
lavoro fondamentale e poderoso che richiede tempi lunghi e risorse dedicate",
quindi adeguati finanziamenti a valere sul capitolo 3031.
Bardini - che, seppur fresco di mandato, ha già messo la sua
impronta po-sitiva nella comunità, grazie a una carica ine-sauribile
di energia - afferma che il lavoro è stato già impostato
in modo efficace; tuttavia, senza interventi adeguati,
l'investimento è inevita-bilmente destinato a es-sere vanificato,
con il risultato che, alla prossima tornata, ci ritroveremo in condizioni
simili al pas-sato.
La medicina? Ovviamente l'intervento ministeriale, su questo non ci
sono dubbi.
Ma altre economie pos-sono essere realizzate migliorando, nel contem-po,
altri servizi.
Primo, l'attivazione del-l'anagrafe unica che, afferma Bardini, "a
quanto mi risulta, è a uno stadio avanzato sul piano tec-nico,
visto che i Comuni sono già intercollegati".
Si tratta di mettere in rete tutti i Comuni con la rete consolare, per
cui le registrazioni verrebbero effettuate in tempo reale risparmiando
carta, co-municazioni e tempo (quindi, denaro), evitando poi le attuali
differenze fra un'anagrafe e l'altra, dif-ferenze talora minime (come
il semplice scambio fra una "J" e una "Y" in un
indirizzo o un codice di avviamento postale) ma tali da ritardare o
impedire la consegna di un plico.
Altra fonte di risparmio: la digitalizzazione degli archivi, cosa che
evite-rebbe la custodia di mon-tagne di originali e copie di documenti.
Il progetto, da tempo allo studio del Ministero degli Affari Esteri,
sembra es-sersi arenato. Eppure, i costi sarebbero riassorbiti in tempi
molto brevi, in termini di ore-lavoro e, dopo tale fase, i risparmi
diventerebbero notevoli. In proposito Bardini offre delle cifre: "Nel
caso no-stro il costo di una di-gitalizzazione completa e del suo mantenimento
sarebbe di circa 11.000 euro. Considerando che essa permetterebbe di
re-cuperare altre mansioni o risparmiare il lavoro di almeno due impiegati
di ruolo, il riassorbimento della spesa avverrebbe in meno di sei mesi".
Ovviamente, dopo tale fase si avrebbero consi-derevoli risparmi di fondi
con parallelo aumento dell'efficienza.
Ed è proprio sull'ef-ficienza che il Consolato Generale di Toronto
sta facendo affidamento, con il contributo importante del Console Aggiunto
Ve-ronica Ferrucci che - in tutta sincerità - vorremmo tenerci
per sempre a T-oronto ma che, purtroppo, dovremo un giorno veder partire.
Sull'esempio degli uffici pubblici di impianto an-glosassone, la sede
diplo-matica - con l'apporto, che pure è doveroso men-zionare,
del responsabile dell'organizzazione in-terna Marco Graziosi, che si
avvale dell'esperienza maturata in Australia - ha istituito una serie
di sportelli per il pubblico dietro i quali siedono al-trettanti impiegati
in grado di fornire immediata-mente le informazioni, esaminare la documen-tazione
e prenderla in consegna, puntualizzare subito eventuali carenze, al
punto che tante pratiche che non richiedono esami o accertamenti successivi,
possono essere sbrigate di presenza; in qualsiasi caso, visto che l'utente
viene informato subito di ciò che deve fare, il nu-mero delle
visite viene ridotto al minimo.
Sono finiti, in pratica, i tempi delle lunghe file di persone in attesa
davanti a un solo impiegato addetto alla reception. E sono finiti, finalmente!,
i tempi in cui quando un con-cittadino decideva di recarsi per una qualsiasi
questione in Consolato doveva scoprire quasi subito che in quel giorno
aveva sbagliato tutto oltre che a sentirsi apostrofare dall'impiegato
di turno un poco cortese "ma lei cosa vuole"? "L'ufficio
e' chiu-so, torni domani!"
Oggi invece, oltre ad una piacevole cortesia degli impiegati, i nostri
concit-tadini si trovano anche a che fare un computer dotato di "schermo
di tocco" sistemato all'in-gresso e collegato a una stampante che
consente al cittadino di attingere in-formazioni e stamparsi i moduli.
Dopo le titubanze iniziali, specie da parte degli assistiti più
anziani o poco versati in materia di computer, l'iniziativa sta prendendo
piede.
"Per tante persone è stato un po' come imparare a usare
il Bancomat - ha osservato Bardini - con tutte le titubanze iniziali
che, piano piano, stanno gradualmente sparendo".
Insomma, come dicevamo nel titolo: finalmente un Consolato che funziona
ed un esempio da seguire.
La bella favola però non è destinata a durare nel tempo.
Ci sta pensando il Go-verno Berlusconi e il Mi-nistero degli Esteri
con i tagli scellerati apportati a tutti i capitoli degli italiani all'estero.
Tagli che mettono in serio pericolo la sopravvivenza stessa dei Consolati.
Un solo esempio per ca-pire.
Quest'anno il Ministero ha ridotto da 200mila a soli 130mila Euro i
fondi in-comprimibili per il fun-zionamento del Consolato di Toronto
(spese di te-lefono, riscaldamento, ecc). Paradossalmente queste spese
"incom-primibili" potrebbero in realtà essere ridotte
(come la voce "riscaldamento"). Ma per ottenere questo sarebbe
necessario dedi-care un po' di attenzione alle strutture fatiscenti
del Consolato, spendendo un po' di soldi che non ci so-no. Peccato.
Il clima ca-nadese non è certo di tipo "mediterraneo".
Cosicché c'è la quasi certezza che il prossimo inverno
il Con-solato di Toronto dovrà chiudere.
Altra occasione persa per l'Italia per mettersi al passo degli altri
Paesi più avanzati del nostro in termini di una più mo-derna
ed efficiente pre-senza delle nostre rap-presentanze all'estero.
Gino Bucchino -
Deputato della circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America