Toronto, Mr. Rocco Rossi
vuole essere “Mayor Rossi”
“Sono figlio d’immigran-ti”, questo
il biglietto da visita elettorale di Rocco Rossi, illustre sconosciuto
ai passanti per strada, per-sonaggio di grande impor-tanza strategica
nelle sale del potere politico fede-rale e dell’Ontario, non-che’
personalita’ di peso per gli addetti ai lavori e per gli osservatori
delle manovre di partito e delle carriere dei politici.
“Oggi sono il meno co-nosciuto dei candidati,” ammette Rossi,
“ma per la fine della campagna elet-torale per l’elezione
del prossimo sindaco di To-ronto, gli elettori cittadini conosceranno
bene me e la mia piattoforma progam-matica.”. E chi conosce Mr.
Rossi, non lo dubita.
Per l’assalto alla poltrona di primo cittadino di To-ronto, il
prossimo ottobre 2010, Rocco Rossi si e’ dimesso dall’incarico
di Direttore nazionale del Partito Liberale federale; era stato chiamato
al ca-pezzale del partito lo scorso gennaio per risa-narne le finanze
disa-strose. Rossi infatti e’ anche un brillante racco-glitore
di fondi.
Prima del partito liberale, Rossi era stato, dal 2004, amministratore
delegato della Heart and Stroke Foundation. Per concorre- re per sindaco,
serve al-meno un milione di dollari: “C’e forse qual-cuno
che dubita delle mie capacita’ di raccogliere tale somma?”,
chiede reto-ricamente Rossi.
Non lo dubita certamente John Tory, l’ex leader con-servatore
prossimo a scen-dere in lizza per la stessa poltrona; l’ultima
volta che lo fece, contro il sin-daco-che-non-si ripre-senta Miller,
la sua cam-pagna fu’ diretta proprio da Rossi.
Nato a Toronto nel 1962, Rocco Rossi e’ cresciuto in una casa
del quartiere di Danforth e Main, con i ge-nitori, italianissimi, quat-tro
sorelle piu’ giovani e quattro zie.
“Figlio d’immigranti in una citta’ d’immigranti
che pero’ non e’ riuscita mai a far riflettere nella sua
amministrazione co-munale questa ricchezza multiculturale” nota
Ros-si. Che intenda correggere tale difetto non vi sono dubbi: capacita’,
voglia, dedizione non mancano. Rossi ha studiato sempre con borse di
studio e gli istituti sono stati tutti e solo prestigiosi: le supe-riori
all’Upper Canada College; l’universita’ a McGuill
e poi Princeton negli Usa. Non ancora 30enne ando’ a lavorare
con il Boston Consulting Group. Poi, vi furono posizioni dirigenziali
con il Toronto Star e la La-batt’s.
“Ho sempre lavorato dietro le quinte,” dice Rossi. “
Oggi voglio misu-rarmi in prima persona. Non devo nulla a nessuno e
desidero proporre alter-native diverse; vogliono creare una giunta co-munale
che non deve sempre chiedere l’elemo-sina ai governi provinciale
e federale. Offro anche una leadership d’esempio e coraggio…”
Se eletto, Rossi intende ridursi lo stipendio di sin-daco, che oggi
e’ di $166.985, del 10% , senza aumenti per la durata del mandato.
“Invitera’” poi i consiglieri comunali ad annullare
l’aumento sala-riale del 2,4% che si son dati lo scorso gennaio.
Non si puo’ trattare con i sindacati imponendo o chiedendo riduzioni
dei costi di lavoro, quando ci si aumenta laudamente il proprio salario,
fa notare Rossi.
E per il comune? “In-nanzitutto, si deve risanare il deficit.
Non si puo’ programmare un futuro quando si e’ giornalmente
impegnati solo a soprav-vivere, ad evitare il tra-collo,” dice
Rossi. “A tale scopo, la mia ammini-strazione vendera’ l’azienda
comunale del-l’elettricita’, la Toronto Hydro.” Non
esiste ra-gione pratica perche’ il Comune deve essere proprietario
dell’azienda che, in termini netti, non produce grandi entrate
per l’erario municipale. La vendita dovrebbe portare nelle casse
di Toronto almeno $1miliardo.
“A livello fiscale sono un conservatore, spiega Ros-si, in politica
sociale sono molto liberale”.
E liberale, Rossi lo e’ da una vita, sempre impe-gnato nell’arena
politica federale e quella muni-cipale. Ora, lo stratega ha deciso di
diventare lo sfidante….