Lo Specchio | |||
dal fattaccio alla riflessione Dalla domenica del comizio - tra applausi, sventolii
di bandiere e cori di “Silvio...Silvio” che, lasciato il
palco, come sempre si mischia con la gente tra la quale uno scalmanato
che gli sbatte sul viso uno di quei ricordini che i turisti, solo loro,
comprano quando arrivano in piazza del Duomo - a questo giovedi’
mattina quando il premier Berlusconi, il volto in parte coperto da cerotti
ritorna a casa e dice: «Mi rimarranno due cose come ricordo di
questi giorni: l'odio di pochi e l'amore di tanti, tantissimi, italiani».
«Agli uni e agli altri faccio la stessa promessa: andremo avanti
con più forza e più determinazione di prima sulla strada
della libertà. Lo dobbiamo al nostro popolo, lo dobbiamo alla
nostra democrazia, nella quale non prevarranno nè la violenza
delle pietre, nè quella peggiore delle parole. In questi giorni
ho sentito vicini anche alcuni leader politici dell'opposizione. Se
da quello che è successo - afferma il premier Berlusconi - deriverà
una maggiore con-sapevolezza della necessità di un linguaggio
più pacato e più onesto nella politica italiana, allora
questo dolore non sarà stato inutile”.
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18
dicembre 2009 |