Lo Specchio

dal fattaccio alla riflessione

Dalla domenica del comizio - tra applausi, sventolii di bandiere e cori di “Silvio...Silvio” che, lasciato il palco, come sempre si mischia con la gente tra la quale uno scalmanato che gli sbatte sul viso uno di quei ricordini che i turisti, solo loro, comprano quando arrivano in piazza del Duomo - a questo giovedi’ mattina quando il premier Berlusconi, il volto in parte coperto da cerotti ritorna a casa e dice: «Mi rimarranno due cose come ricordo di questi giorni: l'odio di pochi e l'amore di tanti, tantissimi, italiani». «Agli uni e agli altri faccio la stessa promessa: andremo avanti con più forza e più determinazione di prima sulla strada della libertà. Lo dobbiamo al nostro popolo, lo dobbiamo alla nostra democrazia, nella quale non prevarranno nè la violenza delle pietre, nè quella peggiore delle parole. In questi giorni ho sentito vicini anche alcuni leader politici dell'opposizione. Se da quello che è successo - afferma il premier Berlusconi - deriverà una maggiore con-sapevolezza della necessità di un linguaggio più pacato e più onesto nella politica italiana, allora questo dolore non sarà stato inutile”.
Un messaggio che potrebbe aiutare a smorzare i pesantissimi scontri, avvenuti dopo l’aggressione di Milano e portare a una pausa di riflessione da ambo le parti. Gli im-mediati giorni dopo l’attacco al premier sono stati caratterizzati da scontri, questa volta verbali, che hanno visto in primo piano le di-chiarazioni dell’on.Cic-chitto (per il Corriere della Sera, sbagliate e inopportune) che ha chiamato in causa come “mandanti morali” della violenza, parlamentari come Di Pietro, ,giornali e giornalisti, programmi televisivi e giudici.
Incisivi gli interventi del presidente della Repubblica Napolitano e di quello della Camera Fini che hanno invitato a moderare i toni duri, troppo vicini a superare il “livello di guardia”.
Messaggi che, forse, hanno portato a una pausa di riflessione visto che nella giornata di mercoledi’ l’Ufficio di presidenza del Pdl in un comunicato ha rilevato “la necessita’ che la democrazia in Italia possa avvalersi di un patto democraico tra le maggiori forze politiche che segni chiaramente i confini della normale dialettica politica pur a volte anche aspra e apra una stagione nuova...”. Nel comunicato si aggiunge: “ Sul possibile nuovo clima di confronto, vanno apprezzati alcuni segnali di apertura di parte dell’opposizione, a partire dalle dichiarazioni dei due leader di Udc e Pd, Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani...”.
Adesso non resta che aspettare sperando in un cambiamento che porti al rispetto delle differenze, es-senziale in un paese democratico.

 

 

18 dicembre 2009