NO AL “NOSTRO” VOTO?
Per Gino Bucchino, eletto al parlamento italiano nel 2006 e riconfermato
nell’elezione del 2008, si tratta di una possibilita’ che
c’e’ sempre stata e percio’...
Per il sen. Basilio Gior-dano, eletto per la prima volta lo scorso anno
dopo il preambolo di “Canada paese sovrano” si tratta di
una “decisione immoti-vata e poco condivi-sibile..”
Forse - in politica non si sa mai - alle prossime ele-zioni politiche
italiane che per adesso sembrano piut-tosto lontane, gli italo-canadesi,
a differenza di quanto e’ avvenuto nel 2006 e nel 2008 quando
hanno votato per i can-didati della circoscrizione Nord e Centro America,
potranno votare solo per corrispondenza e percio’ eleggere candidati
del loro paese natio o di quello della loro ultima residenza in Italia.
Anche se ancora non uf-ficializzata questa sarebbe la decisione del
governo conservatore di Harper ed e’ in sintonia con la stessa
decisione presa nel 2008 eppoi accantonata per-che’, a quel tempo
in cam-pagna elettorale, i conser-vatori temevano una pos-sibile ripercusione
negati-va nei loro confronti da parte della nostra comu-nita’.
E sempre la possibile rea-zione negativa della nostra comunita’
era stata la ra-gione del consenso del governo liberale di Paul Martin
che, quando nel 2005 il governo italiano inoltro’ la richiesta
per la partecipazione degli italo-canadesi all’elezione, era in
campagna elettorale conclusasi poi con la vit-toria dei conservatori.
Il governo di Martin con-senti’ il voto degli italo-canadesi senza
pero’ por-re limiti alla propaganda elettorale cosa che invece
fu fatta dai conservatori nella successiva elezione che vieto’
la propaganda sui media e l’organiz-zazione di comizi eletto-rali.
Mentre le due campagne alle elezioni italiane si sono svolte senza inci-denti
non e’ detto che al-trettanto potrebbe essere se a votare fossero
altre
comunita’...E cio’ e’ senza dubbio uno dei motivi
che portano alla decisione del-l’attuale governo.
Ma se saranno even-tualmente solo gli italo-canadesi a non votare e’
una domanda da farsi per-che’ resta l’interrogativo del
governo italiano che, oltre alle dichiarazioni ri-lasciate da Silvio
Ber-lusconi dopo il risultato elettorale del 2006 secondo il quale gli
italiani all’estero non dovrebbero votare perche’ non pagano
le tasse, l’at-tuale governo, con Ber-lusconi presidente, avreb-be
in programma la ri-duzione del numero dei parlamentari e “forse”
tra questi, quelli all’estero.