grande Benigni!

Ovazione e applausi a sce-na aperta per Benigni, il Grande che ha offerto
al pubblico italocanadese di Toronto uno spettacolo di pura maestria.
... Ci sarebbe voluto il vecchio Maple Leaf Gar-dens, ha azzardato qual-cuno,
riferendosi al fatto che un tale mostro di bravura , ci stava stretto
nel teatro allestito a Ca-sino Rama, stretto in quan-to all’entusiasmo
trasci-natore che l’attore ha suscitato in una platea eterogenea
ma piu’ che ricettiva .
L’altalena di emozioni e’ iniziata molto prima che le porte
del teatro si apris-sero. Un fiume di gente ha invaso il foyer di Ca-sinoRama,
creando capan-nelli e brusii che hanno coperto l’eco delle slot
della sala giochi. Un’anti-cipazione che parlava for-te anche
per chi attendeva in silenzio.
Alle 20:07 le luci della ribalta si accendono .
Dopo la concisa ed emo-zionata presentazione da parte del presidente
della Chin Leny Lombardi (promotore dello spetta-colo che agli inizi
aveva visto al lavoro anche Al-berto DiGiovanni diret-tore del Centro
Scuola), il palco sembra allargarsi per dar spazio a Benigni che irrompe,
con la sua immancabile ed inegua-gliabile falcata, braccia levate e
quella faccia su cui e’ stampato un sorriso aperto che trascina.
La platea si e’ subito fatta abbracciare dalla straor-dinaria
energia di un artista che e’ tra i pochi a dar veramente lustro
al-l’universo dello spetta-colo di matrice italiana.
Con la naturalezza di un monello e la sfacciatag-gine di chi sa di poter
dire la verita’ utilizzando la forza dell’ironia, Benigni
a raffica ha intrapreso la sua routine su Berlusconi, con un altalena
di rife-rimenti a fatti di politica e non che sono strascico su cui
Benigni fa le sue ca-priole tra le battute di mano e le risate del pub-blico.
L’ironia dell’artista e’ pungente e va a segno, anche
quando “ perso-nalizza” e mette in ballo la satira sui “nostri”
perso-naggi con toccate sul vicesindaco di Toronto, Pantalone e battutine
im-pertinenti ( ma in senso buono) perfino su Wood-bridge.
I primi esilaranti 30 minuti hanno fatto toccare il soffitto del teatro
anche a quelli che per l’ecci-tazione freneticamente cercavano
di stare in equilibrio sul proprio sedile.
Poi... Tutto Dante...!
Come su un magico tappeto Benigni ha portato le oltre 5,000 anime del
suo pubblico in quel gi-rone dell’Inferno che il Sommo Poeta ha
regalato all’umanita’.
Il silenzio e’ calato su occhi attenti che se-guivano l’emozione
del volto dell’artista proiet-tato sugli schermi giganti, cercando
l’attimo per distoglierlo e poter guar-dare e seguire le movenze
di quell’uomo minuscolo che non parlava solo con le labbra ma
con tutto il suo corpo.
L’amore, la pieta’, i sen-timenti che Dante ha cesellato
nella sua opera e nel Canto hanno assunto una dimensione meno trascendentale
, grazie alla parlata di un Benigni profondo nella sua sem-plicita’
.
L’apoteosi al culmine di una maratona di emozioni si e’
toccata quando, con lo stacco di una breve pausa, Roberto Benigni e’
diventato lui stesso il Poeta, recitando con la voce dell’anima
i versi del Sommo. Poi, su quel-l’ultimo verso “ .. E caddi
come corpo morte cade... si e’ capito ancor di piu’ quanto
quel piccolo uomo al centro del palcocenico sia Grande!
Tozzi