Lo Specchio

un Progetto “comunitario”
per la sede del Consolato a toronto

Quando lo scorso 2 giugno nel giar-dino del consolato si e’ festeggiato l’anniversario della nostra Re-pubblica e il console generale Gianni Bardni (ad un anno esatto dal suo ritorno a Toronto che lo ha visto tredici anni fa come primo vice console) nel suo intervento ha detto che il palazzo che oggi ospita gli uffici consolari e che nell’ultima guerra era stato anche una caserma del’Rcmp era stato regalato dalla nostra comunita’ al governo italiano e che, realizzando un nuovo progetto, a questa po-trebbe essere restituito e trasformato in un centro d’espo-sizione della stessa, ha suscitato forse sorpresa per alcuni, emozioni e ricordi in tan-tissimi.
In un’intervista con il nostro giornale, il con-sole Bardini, dopo aver pre-cisato che “non c’e’niente di concreto” ha spiegato che con l’intervento finanziario della nostra comunita’ nello spazio adiacente al palazzo e ora utilizzato come parcheggio si potrebbe co-struire una palazzina dove trasferire gli uffici consolari.
Cio’ consentirebbe una “resti-tuzione” della Casa d’Italia alla comunita’ che la potrebbe tra-sformare in un centro esposizione della comunita’ stessa, ospitare centri comunitari, mostre e convegni, utilizzata per particolari eventi ed eventualmente con un Museo della Memoria che racconti alle generazioni future la storia dei tanti che, molti anni fa, sono partiti con la valigia di cartone.. Per il Console Bardini la Casa d’Italia, per il suo valore storico e la sua locazione, sarebbe anche un “regalo” della nostra comunita’ alla citta’ di Toronto.Per ora, come dice il console Bardini “niente di concreto”, ma non si sa mai!


La "Casa d'Italia"

E' stata la prima, la piu' elegante delle ville di Beverley Street e, "rimane tutt'ora la piu' imponente di tutte…" Noi, la cono-sciamo come "Casa d'Ita-lia"; quel 136 Beverley St. e' scolpito come una delle tavole di Mose' nella nostra identita' italiana di cittadini di Toronto, del-l'Ontario.
Dire Casa d'Italia e' dire Consolato Generale d'Ita-lia a Toronto ma quante traversie passate per giungere a tale sinonimo
La nascita fu' nobile, d'alta societa'. Nel 1873 Chu-dleigh House venne mostrata dal suo orgo-glioso creatore e pro-prietario, George Lissant Beardmore alla nobilta' inglese di Toronto, ai rappresentanti reali d'In-ghilterra e fu, fino al 1934 la "reggia" della Toronto anglo-sassone imprendito-riale, del potere politico, dell'eleganza e della cul-tura.
Nel 1936 Chudleigh Hou-se venne venduta ad un gruppo … d'immigranti.
Il gruppo, italiano, guidato dal vice console d'Italia Giorgio Tiberii, l'acquisto' per $25mila e, pur se di proprieta' della Toronto Casa d'Italia Corporation Limited, fu, a tutti gli effetti, la sede consolare del governo italiano.
Intanto la comunita' ita-liana pagava il "mortgage" per l'edificio che doveva poi essere di proprieta' del governo italiano. Ad una festa di raccolta fondi al King Edward Hotel l'11 febbraio 1935 presero parte oltre 600 cittadini italocanadese, su una comunita' di appena 11mila unita'. Dal 1936 al 1940 a Casa d'Italia servi' anche come sede del "fascio", del Dopolavoro, della Camera di Com-mercio, dei Veterani della Prima Grande Guerra e scuola per lezioni d'ita-liano e cultura.
Gli anti-fascisti, come il Circolo Mazzini, non vollero nulla a che fare con la Casa.
Nel 1940, l'Italia divenne un nemico del Canada ed Ottawa si prese la Casa d'Italia, trasformandola in una caserma, con stalle per cavalli, dell'Rcmp.
Insomma, dalle stelle l'ex Chudleigh House, era scesa alle stalle.
Il 5 gennaio 1943, poiche' gli italiani "nemici ed internati" non potevano piu' terminare di pagare i restanti $9,500 del mor-tgage, Casa d'Italia venne venduta al governo fe-derale per $18mila.
L'Rcmp vi rimase fino al 1960.
Dopo il conflitto bellico un energetico uomo di comunita', Eliseo Orlando e l'associazione dei "rate-payers" italocanadesi cer-carono di riottenere Casa d'Italia da Ottawa ma, fu solo nel 1953 con l'in-tervento della Federazione delle Societa' Italo-Canadesi che la questione giunse al dunque. Sotto la guida di tre "trustees" della Federazione: Joseph Carrier, Sam Sorbara e Duilio Venchiarutti, la Casa d'Italia venne re-stituita alla comunita' italocanadese il 9 febbraio 1955.
Per costi di mantenimento e ristrutturazione fatti dal governo, la Federazione ripago' ad Ottawa $40mi-la, tramite un nuovo mor-tgage garantito da Carrier, Sorbara e Venchiarutti.
L'Rcmp rimase nello stabile fino al 31 marzo 1958 pagando un affitto mensile di $1,400.
Il 21 dicembre 1960 Casa d'Italia venne ufficial-mente venduta al governo italiano per $2 piu' la liquidazione del mutuo ed altri costi per un totale di $24mila. L'accordo pre-vedeva anche che lo stabile divenisse la sede del Consolato Generale d'Italia a Toronto. Cio' avvenne l'1 gennaio 1979.
Dal 1962 al 1977, Casa d'Italia fu infatti la sede del Costi, l'importante centro assistenziale e d'istruzione italocanadese che e' sempre stato in prima linea nell'opera d'in-tegrazione degli immi-granti nella societa' ca-nadese.
Il 7 marzo 1980 Casa d'Italia venne ufficial-mente dichiarato edificio d'interesse storico dalla Toronto Historical So-ciety. E questo, grazie ai lavori di restauro com-pletati dal Consolato italiano. ( r.c.)

19 giugno 2009