... non piu’ all’italiana!
Domanda il lettore Pal Di Iulio se non sia tempo, quando si tratta
di truffe tipo l’ormai famosa catena di Sant’Antonio, di
lasciar cadere il termine “ Ponzi scheme” usato per definire
questo tipo di truffe a piramide, e sostituirlo con un “Madoff
scheme”, piu’ appropriato, secondo Di Julio, in quanto il
finanziere americano si e’ rivelato molto piu’ “capace”
del vecchio Carlo Ponzi...!
Siamo d’accordo anche perche’ i 15 milioni truffati negli
anni ‘20 da Carlo Ponzi che oggi, 2009, equi-valgono a 150, sono
le classiche noccioline americane se paragonati ai 65 miliardi del “Madoff
scheme” che ha funzionato dal 1960 quando l’allora studente
uni-versitario Bernard Madoff ha “investito” i 5.000 dol-lari
guadagnati col suo lavoro estivo di bagnino fino allo scorso anno quando
questi e’ stato condannato a 150 anni di carcere per una truffa
che ha senza dubbio influito sull’attuale crisi economica mondiale
che tutti, non solo gli imbrogliati, stiamo pagando.
Una condanna pesante che pero’, purtroppo per lui, avendo 75 anni
non potra’ scontare fino alla fine...Cosa che invece ha fatto
Ponzi che, di tempo in carcere, a intervalli, ne ha passato parecchio...

Carlo Ponzi nasce a Lugo nel 1882; trascorre a Parma la sua adolescenza
e trova lavoro alle Poste. Poi s’iscrive all’Universita’
La Sapienza di Roma, ma dopo aver speso, in feste e bagordi, i suoi
fondi s’imbarca per Boston. Nel 1903 arriva in America - cosi’
racconta lo stesso Ponzi - con solo due dollari e cinquanta centesimi
perche’ sulla nave aveva perso in scommesse i pochi soldi con
i quali era partito.
Impara subito l’inglese e fa lavoreti fino a quando trova lavoro
come lavapiatti in un ristorante dove la notte dorme sul pavimento.
Riesce a farsi promuovere cameriere, ma viene presto licenziato per
piccoli furti e perche’ imbroglia i clienti sul resto.
Nel 1907 si trasferisce a Montreal e diventa “con-sulente”
del Banco Zarossi, una banca fondata da Luigi Zarossi che gestisce i
risparmi degli immigrati italiani. La banca chiudera’ di li’
a poco con Zarossi che scappa in Messico con i soldi e Ponzi che finisce
in galera, tre anni come detenuto numero 6660, per essersi intestato
e incassato un assegno di 423 dollari falsificando la firma di un cliente
della banca.
Scontata la pena, nel 1911 rientra negli Stati Uniti e , per altri due
anni, finisce in un carcere di Atlanta perche’ coinvolto in un
progetto di immigrazione di clan-Una volta libero torna a Boston e nel
1918 si sposa con una ragazza italiana, Rose Gnecco e stampa una Guida
del Commerciante che contiene pubblicita’ e indirizzi di commercianti.
Dalla Spagna Ponzi riceve una busta con richiesta di informazioni con
allegato un Buono di risposta internazionale (IRC) per l’acquisto
del fran-cobollo per la risposta.
Per Ponzi e’ l’inizio della sua “fortuna”...Infatti
mentre i buoni hanno un costo diverso in ciascun Paese, il loro controvalore
in francobolli e’ lo stesso dap-pertutto e cosi’ acquistando
buoni in Spagna o in Italia dove il costo e’ inferiore, si puo’
guadagnare e molto, tra il 50 e il 100 per cento, acquistando e poi
rivendendo francobolli americani.
Ponzi incoraggia amici e colleghi a scommettere sul suo sistema promettendo
loro un tasso di rendimento sugli investimenti del 50% in 90 giorni.
Nel 1920 fonda la Security Exchange Company, gli investitori sono ripagati
come promesso e, sparsasi la voce, gli investimenti non fanno che aumentare.
A febbraio 1920, il capitale e’ di 5.000 dollari, un mese dopo
sale a 30.000 e Ponzi assume agenti per racco-gliere fondi in altri
Stati. Chi investe nella sua com-pagnia guadagna moltissimo e questo
incoraggia altri investitori:persone ipotecano la casa e investono nella
compagnia tutti i loro risparmi.
A luglio Ponzi arriva ad avere diversi milioni e co-mincia vivere nel
lusso:compra un palazzo con l’aria condizionata e una piscina
riscaldata, (Madoff abitava a New York in una penthouse di 7 milioni
di dollari) diventa un eroe per la comunita’ italiana, ma allo
stesso tempo cominciano i primi sospetti con una serie di articoli del
Boston Post che mette il panico tra gli investitori specialmente quando
pubblica la fedina penale di Ponzi e primi piani del suo volto sorridente
quando arrestato in Canada.
Il 10 agosto 1920 la polizia federale irrompe nella societa’ e
ne ordina la chiusura.
Il 1 novembre 1920 Ponzi e’ dichiarato colpevole di frode e condannato
a cinque anni e viene rilasciato dopo tre anni e sei mesi. In attesa
del processo d’appello si trasferisce in Florida dove, sotto falso
nome (Charles Borelli) organizza una nuova truffa , ma viene arrestato
e condannato a un anno di reclusione e poi rispedito a Boston per finire
di scon-tare la pena.
Viene rilasciato dopo sette anni di carcere e il 7 ottobre 1934, non
avendo mai ottenuto la cittadinanza americana, e’ rispedito in
Italia.
Tornato a Roma guadagna la vita facendo traduzioni e dal 1932 al 1942
lavora nella compagnia di bandiera l’Ala Littoria per gestire
i rapporti con Rio de Janiero, ma perde il lavoro quando il Brasile
entra in guerra contro l’Asse. Trascorre gli ultimi anni in poverta’
a Rio dove muore in un ospedale per poveri il 18 gen-naio 1949.
Su Ponzi resta l’interrogativo: come mai anziche’ rimborsare
gli investitori non sia scappato dagli Stati Uniti trasferendosi in
un altro paese dove vivere ricco e tranquillo? Stando alla sua autobiografia
Ponzi spe-rava di utilizzare gli ingenti fondi raccolti per iniziare
un’attivita’legale che gli avrebbe consentito di rim-borsare
gli investitori e allo stesso di diventare ric-co...onestamente!