Lo Specchio

Nanny-gate, Dhalla offre
risposte in chiaroscuro

La commissione parlame-ntare federale e’ stata colta nel mezzo: da una parte la deputata liberale Ruby Dhalla dall’altra le due nanny filippine: Magdalene Gordo e Richelyn Tong
son. La prima parla di un complotto per distruggere la sua carriera politica; ma non si sa da parte di chi.
Le due nanny piangono invece per “gli abusi emotivi e lo stress fisico sofferto” lavorando presso l’abitazione della Dhalla. Oltre alla dure condizioni di lavoro, le due nanny lamentano il fatto che la famiglia Dhalla non ha mai regolarizzato la loro posizione lavorativa in Canada e le due avevano sempre paura di essere deportate o di essere in violazione della legge.
Mentre la Dhalla e’ andata direttamente a testimoniare dinanzi alla commissione, le due anni, hanno deposto via collegamento video da Toronto. Alla commissione la Dhalla ha detto che le nanny hanno a loro com-pleta disposizone in asso-luta privacy un “magnifico appartamento, con un tele-visore flat-screen di 6o’” Ma cio’ non e’ il problema.
La deputata ha anche detto che non e’ stata lei ad assu-mere le due nanny ma il fratello. Ma anche questo non e’ un problema, i con-tratti sono firmati dal fratello. Ma la Dhalla non spiega il suo ruolo. Le due nanny affermano di essere state assunte da lei poiche’ e’ con lei che hanno parlato e’ stata lei a dir loro che erano assunte, e’ stata lei a discutere le mnsioni.
La Dhalla sostiene anche la sua innocenza perche’ non e’ stata lei a fare da sponsor per l’emigrazione delle due nanny. Anche qui, non ha risolto il problema. Nessuno l’accusa di essere stata lo sponsor e poi questo non e’ una colpa. Cio’ che lei non spiega e’ perche’ la famiglia non ha messo in regola con le autorita’ lo status immigratorio di lavoro delle due donne.
La Dhalla afferma’ che le due signore “non erano in Canada illegalmente”. No problem. Lei non spiega pero’ perche’ non ha ottenuto i permessi di lavoro come domestiche per le due donne: questo e’ il problema.
Ripetutamente la Dhalla ha poi indicato che per ragioni di lavoro, lei non ha avuto mai a che fare con le due nanny e che non era in casa per lunghi periodi di tempo. Ma questo non e’ in discussione. Il problema e’ affrontare il trattamento che le due donne sono state sottoposte. Ed in cio’ non si sono avute precise risposte.
La Dhalla continua a parlare di un complotto per distruggere la sua carriera ma, in realta’. nessuno ha messo in dubbio la sua onesta’ personale o il suo comportamento. Cio’ che le era sto chiesto, era di spiegare certe situazioni di cui le due nanny si sono lamentate. Lamentele che hanno anche avuto il coraggio di esporre pubblicamente.
Non si vedono vantaggi pre cisi per le due donne con queste accuse di maltrattamenti percio’ forse sarebbe stato piu’ opportuno per la Dhalla rispondere ai dettagli praticidelle lamentele fatte dalle due donne.
Il presidente della commissione, il deputato con-
servatore David Tilson ha espresso i dubbi di tutti: “Chi ha detto la verita? Non lo so. Esiste forse una terza versione dei fatti? Non lo so...”
Ed e’ in queste perplessita’ che la deposizione della Dhalla non ha risolto alcun dubbio sul ruolo avuto dalla deputata nel nanny-gate che la sta travolgendo.


15 maggio 2009