Lo Specchio

LETTERA APERTA
Fr. Gianni CARPARELLI:
L'ultimo dito

L'amico Sergio mi ha chiesto di scrivere qual-cosa come saluto alla comunità prima di partire per il nuovo lavoro che ho accettato in Inghilterra.
E allora vi saluto.
D'altra parte è vero che bene o male, sono stato presente nella comunità. C'è chi dice che ho fatto un lavoro decente. C'é chi pensa -e lo dice- che non è vero. Qualcuno mi stima. Altri meno o molto meno. 'Ai posteri l'ardua sen-tenza', anche se , consi-derando che tutto som-mato non è che abbia combinato un gran che, non penso ci sia bisogno di spendere più di poche righe. Certamente mi fa piacere vedere persone una volta perse, che ora -lo riconoscano o no- stanno camminando decentemen-te nella vita. Mi fa piacere -come a tutti- essere rin-graziato se ho fatto un po' di bene e mi fa riflettere incontrare persone che anche senza dirtelo in faccia, si vede e si sa che la pensano diversamente.
Ma questo è solo un sa-luto, non un testamento! Lo uso per pensare perché non mi farebbe male di-ventare migliore di quello che ero anche solo ieri sera.
In Inghilterra mi occuperó per conto di Migrantes (che è la Fondazione della Conferenza dei Vescovi Italiani per gli Italiani all'estero) degli Italiani che vivono là e che stanno cercando di integrarsi un po' meglio nella comunità di accoglienza.
Continuerò il mio im-pegno nelle missioni di Simiatug dell'Ecuador insieme alla Pink Box Foundation di cui è pre-sidente l'onorevole Dr. Gino Bucchino.
Continuerò la mia col-laborazione nei giornali del Quebec e Ontario.
Cercherò di essere pre-sente alle manifestazioni più importanti di Caritas e Sister Carmelina's home (Mater dei) che non hanno bisogno di me, comunque, per continuare.
Mi permetto di ringra-ziarvi per l'appoggio sem-pre dato alle mie orga-nizzazioni e che spero continuerete a dare.
Vi saluto, anche coloro che non sono interessati a salutarmi. Se ci siamo incontrati e a volte scon-trati, è sempre stato per cercare una strada mi-gliore. Se l'abbiamo tro-vata l'incontro è stato comunque un incontro anche quando era scontro. E se non siamo diventati migliori, allora nessun incontro era un vero in-contro e nessun scontro era scontro, ma solo fumo negli occhi. Per questo penso che questo saluto si merita il titolo di: 'Il dito nell'occhio'.
Ogni tanto mi piace rubare il mestiere di Sergio. Lui si dice mangiapreti, ma io sono carne buona. Ru-spantina e a volte dura, ma carne genuina, non adul-terata. Grazie.

Gianni Carparelli

22 maggio 2009