La nostra liberta' vale un minuto
di silenzio
E' un dovere. Un impegno. Un riconoscimento dovu-to. Ci
si chiede un minuto; un minuto da dedicare a loro; staccare la spina
del-le mille, impellenti e tutte importanti cose della no-stra vita
quotidiana e dire un semplice "Grazie".
Basta un Grazie. Sincero e riconoscente.
All'undicesima ora, del-l'undicesimo giorno, del-l'undicesimo mese siamo
chiamati a ricordare, in un minuto di silenzio, coloro che furono chiamati
a morire in guerra per pro-teggere e salvaguardare la nostra vita, il
nostro be-nessere, il nostro futuro, la nostra civilta'.
L'11 novembre: Remem-brance Day trae origine dalla fine della Prima
Grande Guerra. Ma, visto che dal 1918 giovani han-no dovuto continuare
a morire per difenderci da sempre nuovi aspiranti "leader"
di questa terra, questo giorno del Ricordo abbraccia oggi tutti i ca-duti
di tutte le guerre.
Ricordiamo questo gio-rno, anche con un "pop-py": un papavero.
Nei centri commerciali, agli incroci cittadini piu' importanti, troviamo
ve-terani di guerra, ed oggi sempre piu' spesso, vo-lontari o giovani
dei corpi dei "cadets", che raccol-gono donazioni e ti por-gono
un poppy da attac-care all'occhiello della giacca.
L'8 dicembre 1915, sulla rivista Punch venne pub-blicata una poesia,
scritta un anno prima dal poeta e medico canadese John McCrae, impegnato
anche lui in prima linea con le forze "dell'impero britan-nico"
nelle Fiandre, in Francia …
"In Flanders fields the poppies blow
Between the crosses, row on row
That mark our place…"
Attraverso il Com-monwealth inglese, la poesia divenne il Ricordo dei
milioni di militari mor-ti in guerra. Ed il semplice, contadino, povero
papa-vero assorse a simbolo di quel sacrificio.
In Italia, per i giovani del '69 ci penso' Fabrizio DeAndre' ne "La
guerra di Piero" a riprendere il tema:
"dormi sepolto in un campo di grano
non e' la rosa, non e' il tulipano
che ti fan veglia dal-l'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi"
Remembrance Day ricor-da tutti i morti in guerra.
L'11 novembre, fermia-moci anche noi: guardia-moci intorno, e se ap-prezziamo
il benessere che ci circonda, la liberta' della nostra vita, la democrazia
delle nostre istituzioni, il futuro dei nostri figli e nipoti, allora
in quel minuto di silenzio, di-ciamo anche "Grazie".