Lo Specchio

Comunita’ allo sbaraglio
o... un modello da imitare?

Riflessioni di Carlo Consiglio -Consigliere C.G.I.E - sulla lettera del Console Generale d'Italia, Dott. Bardini, al Corriere Canadese

Egregio Direttore,
ho letto con molta atten-zione il lungo articolo scritto dal Console Gene-rale di Toronto e pubbli-cato dal Corriere Cana-dese il 14 ottobre scorso.
Ho enorme difficolta’ ad esprimere le sensazioni provate non riconoscendo nemmeno io se erano di assoluto sconcerto, di irri-tazione profonda o di semplice ilarita'.
L'unica certezza che si e', con l'articolo stesso, con-solidata e' la circostanza che il nostro Console non ha ben chiaro il proprio ruolo. Infatti il Console generale interpreta il ruolo di leader della Co-munita', mentre il Suo ruolo e' e dovrebbe ri-manere quello di rap-presentante del Governo Italiano.
Dall'analisi delle conside-razioni del nostro Console sembrebbe che a Toronto vi sia una comunita' allo sbaraglio che necessita di una guida illuminata per farle percorrere un nuovo percorso che le consenta di sopravvivere. Il che co-me sai non risponde al vero. Se fossimo stati, al momento delle esterna-zioni in un ambiente chiu-so si sarebbe dovuto cor-rere ad aprire porte e fi-nestre per evitare che l'ambiente scoppiasse.
Oltretutto quelle afferma-zioni sono offensive per la Comunita' e per tutti co-loro, istituzioni e volon-tari, che da oltre qua-rant'anni hanno operato in modo egregio consen-tendo alla comunita' ita-liana di essere un modello da imitare.
Non faccio nomi di sin-gole persone perche' sa-rebbero migliaia e mi-gliaia e poi potrei, per essere qui da solo venti anni, ometterne tanti, ma come non posso ricordare Villa Charity, Villa Co-lombo, il Columbus Cen-tre( in assoluto valore e patrimonio immenso della Comunita' e che non ne-cessita di valorizza-zioni ulteriori), il Centro Scuola, il Friuli Center, il Congresso, il Comites, la CHIN, TLN, il Corriere Canadese, Lo Specchio e via di seguito.
Ma, caro Direttore, con-sentimi di analizzare le affermazioni del Console. Tralascio, per brevita', le scoperte dell'acqua calda e mi limito a esaminare le affermazioni che ritengo piu' interessanti.
Afferma il Console che "l'insegnamento della lin-gua italiana attraversa una fase difficile in Ontario" e a suo dire una soluzione potrebbe essere "una pre-stigiosa scuola italiana". Nulla di piu' falso e nulla di piu' sbagliato.
L'italiano, come tutti san-no, viene insegnato, in virtu' di una fortissima mobilitazione della comu-nita' durante l'orario sco-lastico a migliaia e mi-gliaia di studenti; sta-bilizzata questa fase da un po di tempo, e nelle scuole superiori si e' riusciti ad ottenere che abbinando cultura e lingua, vi siano corsi di storia, di storia dell'arte, di musica tenuti in italiano; gli isti-tuti universitari di italia-nistica sono effettivi in molte Universita' per cui e' chiaro che nessuna "fase difficile" si sta attra-versando.
Certo di piu' e meglio si puo' e si deve fare, ma gli Enti e i Leader del settore sono certo stanno ope-rando per raggiungere nuovi e piu' prestigiosi risultati. Ritengo che piu' opportuno del pontificare sarebbe stato proficuo ri-conoscere ed incorag-giare.
Ma la scuola italiana mi sembra una incommen-surabile idiozia e tento di chiarire la mia opinione.
Se si pensa ad una scuola privata, giocoforza per gli studenti vi sarebbero da affrontare rette elevate per cui se la potranno per-mettere in pochi e si trasformerebbe in una scuola d'elite per altro simile ad un ghetto e ad una riserva indiana con l'effetto di isolare i gio-vani dal contesto sociale in cui vivono.
Se si pensa ad una scuola che riceve contributi par-ziali o totali da parte del Governo Italiano, per-corso che in altre parti del mondo dove esistono e' in senso assolutamente con-trario, si incorrerebbe in un danno grave ed irre-parabile per quanto oggi esistente.
Il Console dovrebbe sa-pere che gli scarsi con-tributi che il Governo Italiano elargisce si az-zererebbero o quanto me-no diminuirebbero in mi-sura esponenziale per gli Enti gestori, per cui le convenzioni attualmente stipulate con i Board ca-nadesi in tutta la provincia salterebbero e con esse l'insegnamento della lin-gua italiana.
Non meno criticabile e' l'angolazione con la quale il Console affronta le pro-blematiche relative ai gio-vani.
Ho la sensazione che il Console, chiuso nella tur-ris eburnea del Suo studio, non tenga conto di quello che gli accade intorno. Del resto la Sua cronica as-senza da tutto quanto riguarda il movimento giovanile, le sue attivita', i momenti di incontro e' sintomatica.
Con la piena coscienza e consapevolezza che il re-cupero del mondo gio-vanile alla vita comu-nitaria e' un problema esistente, un giusto at-teggiamento e’ quello di valorizzare l'esistente e incoraggiare chi del pro-blema se ne fa carico, e non limitarsi ad elencare cose che per altro vedono la comunita' gia' impe-gnata; mi riferisco al " viaggiare in Italia e fare esperienze di studio e formazione".
Dopo la Prima conferenza dei giovani italiani nel mondo qualcosa si muove e anche in modo concreto e proficuo. La neonata Associazione dei giovani italiani in Canada, per altro ad un passo da una Confederazione dei gio-vani del Nord America, sta facendo cose egregie pro-muovendo momenti di incontro che vedono sem-pre una maggiore parte-cipazione giovanile, an-drebbe incoraggiata con una presenza delle Istitu-zioni. Mi e' sembrata in-teressante la raccolta fondi dai giovani organizzata per l'Abbruzzo e l'aver loro invitato Bargnani e Belinelli (esperimento da ripetere nelle scuole) che vi hanno partecipato, e' stato certamente un mo-mento aggregativo e un approccio nuovo ed in-telligente.
Un'ultima nota, caro Di-rettore, sulla "festa ita-liana" che mi piacerebbe molto se la si definisse "giornata".
E' da anni che la Co-munita' ed il COMITES in particolare pensa ad un momento aggregativo che potesse anche risvegliare e mantenere viva l'identita' e l'orgoglio italiano.
Con un processo con-sultivo che ha cercato di coinvolgere tutto l'Asso-ciazionismo tradizionale
( parentesi: a proposito del "segretariato" ci si di-mentica che con la solita assenza del Console vi e' stata la conferenza del-l'associazionismo cana-dese che dovrebbe avere cadenza annuale) si e' giunti alla convinzione che istituire e comme-morare un "Caboto Day", con la speranza che si possano raggiungere ri-sultati eccellenti come per il "Columbus Day" per gli U.S.A., sarebbe stato un buon modo per centrare l'obbiettivo.
Molto correttamente si e' sempre fatto partecipe il Consolato delle inten-zioni. L'attuale Console, invece, riteneva che una rievocazione all'anno di un grande personaggio si-gnificativo potesse sortire effetti migliori.
Rispettosamente gli fu fatto notare che la figura di Caboto qui in Canada e' conosciuta a tutti e che sarebbe stato interessante, nell'ambito del "Caboto Day" ogni anno rievocare un personaggio. Gli fu chiesto anche di pro-muovere la creazione di una fondazione ad hoc e di sollecitare per le vie di-plomatiche, la presenza di qualcosa o qualcuno dal-l'Italia per la buona riu-scita della prima ma-nifestazione che si e' tenuta lo scorso giugno.
Il primo "Caboto Day" si e' tenuto.L'aiuto richiesto e' assolutamente mancato. Il motivo?
Carlo Consiglio
Consigliere C.G.I.E.

 

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23 ottobre 2009