Lo Specchio

L'AMBASCIATORE SARDO: " LASCIO
IL CANADA CON UN CERTO RAMMARICO..."

 

Ottawa - Questo e' quello che traspare nell'intervista che S.E. Gabriele Sardo ci ha rilasciato per il "Citta-dino Canadese” di Mon-treal e" Lo Specchio di Toronto".
E' opinione diffusa, tra moltissimi Italo-Canadesi, che S.E. Gabriele Sardo, tra i diplomatici che si so-no susseguiti nella sede di Ottawa, sia stato quello che piu' di tutti si e' inte-ressato alle aspirazioni ed alle problematiche della nostra comunita' e dei vari enti ed associazioni che la compongono.
Una delle sue maggiori preoccupazioni, certa-mente, e' stata quella che riguarda il mantenimento e lo sviluppo della lingua italiana, rivolta soprattutto alla terza generazione, cioe' ai nostri nipoti.
Egli, sin dal suo arrivo in Canada, aveva compreso che l'identita' etnica degli Italo-Canadesi correva un grosso pericolo poiche' i nostri giovani parlavano sempre meno la lingua taliana e partecipavano in maniera molto scarsa, salvo casi sporadici, alle attivita' dei nostri enti o associazioni.
Tutto cio' traspare chiaramente nella sua intervista:
Dopo 4 anni di per-manenza in Canada, cosa ne pensa della nostra gente?
Dopo questi anni devo dire che se, al mio arrivo, rimasi sorpreso, lo sono ancora di piu' nel mo-mento di lasciare il mio incarico. La comunita' Italo-Canadese puo' essere paragonata a quelle esi-stenti in Argentina, e Bra-sile, con la differenza che in Canada la nostra gente e' molto piu' informata sull'Italia di quello che mi aspettavo.
Dopo 4 anni me ne vado maggiormente sorpreso constatando che quasi tutti gli sforzi fatti per aumen-tare i contatti con 'Italia hanno incontrato grandi difficolta'.
La comunita' Italo-Cana-dese presenta aspetti mol-to interessanti e positivi ma, allo stesso tempo, ab-bastanza complicati ed e' scarsamente aperta a dialoghi e movimenti ver-so l'Italia di oggi che, in-vece, rivestono una capi-tale importanza e sono estremamente necessari.

Una delle sue maggiori preoccupazioni e' sempre stata quella della lingua italiana, soprattutto Lei ha cercato di promuoverla presso i piu' giovani; pen-sa di aver riuscito nel Suo intento?
Questo e' uno dei temi dove credo di aver fatto breccia e spero veramente che il messaggio che ho voluto dare, e sul quale ho sempre molto insistito, col tempo, porti i suoi frutti. Certo che non e' facile far capire alla seconda gene-razione, i figli di coloro che son giunti dopo la seconda guerra mondiale, quanto sia importante che i loro stessi figli imparino e parlino l'italiano. Il ri-schio che si sta correndo e' quello che tra dieci o quindici anni la nostra identita' possa sparire; non vedo altra alternativa e, se questo succedera' finire-mo nel trovarci nella stes-sa situazione degli italiani che vivono negli U.S.A.

In Canada, nella nostra comunita', vi sono molti Enti ed Associaioni che pretendono agire nel nome e negli interessi degli Italo-Canadesi, crede Lei che siano veramente cosi' utili e necessarie?
Si', e' vero.Vi sono mol-tissime associazioni regionali che rivestono un carattere storico e cultu-rale e rispecchiano usi e costumi delle regioni di provenienza; esse svol-gono un compito molto importante, rispettabile ed utile per il futuro: ad esse auguro lunga vita.Non possiamo chiedere loro molto di piu' di quello che stanno cercando di fare e che, nell'ambito regionale, possono dare.
Per le altre che pretendono di rappresentare tutta la comunita' italiana o italo-canadese e nascono dal-l'esigenza dell'Italia di dialogare con la realta' della comunita', non credo che, ne i Comites, ne i C.G.I.E., possano svolgere un ruolo decisivo; la loro rappresentativita' e' ormai sociologicamente e politi-camente limitata. Non vo-glio criticare questi organi per quello che fanno o non fanno, dico che non mi sembrano adatti ad in-terpretare pienamente la grande e complessa realta' della Comunita' Italo-Ca-nadese. Per dare voce agli italiani del Canada vi sono i Parlamentari Italiani eletti in Canada. Con chi non lo e' piu', ma di origine italiana, serve un qualche strumento nuovo che deve essere anche, e' soprat-tutto, l'espressione di questa stessa Comunita'. Intendo dire e precisare che non mi riferisco a rappresentazioni del tipo Congresso Nazionale de-gli Italo-Canadesi, che storicamente ha ben altre motivazioni. Penso piutto-sto ad un qualcosa tipo "Fondazione" capace di proporre alla Comunita' intera ( italiana o italo-canadese) delle politiche o iniziative che valorizzino e promuovano i contatti con la societa' italiana a beneficio soprattutto dei giovani; in poche parole, ad un organismo di leader-ship munito di autore-volezza e della visione ne-cessaria per mobilitare, anche finanziariamente, le risorse della stessa co-munita' di origine italiana.
L'Italia di oggi ha molto di piu' da offrire alla terza generazione di quello che si immaginino i loro nonni e padri. Tutto cio' lo dico nel loro stesso interesse di cittadini canadesi.

Alla vigilia della Sua partenza, quale messag-gio vuole lasciarci ?
E' stato bello aver in-contrato gli Italo-Cana-desi del Canada, direi pure entusiasmante. Vorrei dire loro di cercare di essere maggiormente convinti dei loro valori e di cercare di darsi una maggiore identita' culturale e lingui-stica. Spero di ritornare fra qualche anno e di poter constatare che i miei 4 anni di lavoro presso e con la Comunita' han portato dei frutti concreti.

Luciano Gonella

S

S.E. L'ambasciatore Sardo insieme alla Governatrice Generale del Canada Michaelle Jean

30 ottobre 2009